Costolette d’agnello su crema di zafferano

INGREDIENTI

  • 4 costolette d'agnello
  • 2 patate
  • 1 etto di taleggio
  • 1 etto di parmigiano reggiano
  • 50 g di burro
  • 1 bustina di Zafferano 3 Cuochi
  • 1 limone
  • q.b. olio evo
  • q.b. pepe nero
  • q.b. salvia e rosmarino

Le costolette d’agnello sono un piatto tipico di molte aree del mondo: dalla cucina mediterranea a quella araba, fino agli Stati Uniti. Sono apprezzate sia per il sapore delicato che per la carne tenera e succosa. Si tratta di una parte del carré dell’agnello (cioè la lombata), tagliata in modo da formare delle piccole bistecche con l’osso.

Le costolette d’agnello si prestano a diverse modalità di cottura, come la griglia, il forno o la padella, e si possono accompagnare con salse, verdure, patate, polenta o riso in bianco. Perfette per il pranzo della domenica e per le occasioni speciali, come le festività pasquali. Perché le costolette d’agnello sono così buone e tenere? La risposta sta nella qualità della carne, che dipende da fattori come l’età, l’alimentazione e la razza dell’animale.

In generale, le costolette d’agnello provengono da agnelli giovani, di circa 4-6 mesi, che hanno una carne più chiara, magra e morbida. Inoltre, gli agnelli si nutrono principalmente di latte materno e di erba fresca, che conferiscono alla carne un gusto delicato e aromatico. Infine, esistono diverse razze di agnelli, ognuna con le sue caratteristiche. Tra le più diffuse in Italia ci sono la Sarda, la Comisana, la Bergamasca e la Gentile di Puglia.

Il piatto che stiamo per proporvi merita una foto ed è ottimo da mangiare. Seguendo con attenzione i passaggi elencati nella ricetta, otterrete un secondo a base di agnello aromatico, tenero, cremoso e saporito. Gli amanti della carne non potranno più farne a meno!

PREPARAZIONE

  1. Marinate le costolette d’agnello con olio evo, rosmarino, salvia, pepe nero e il succo del limone e lasciatele riposare in frigorifero per due ore. 
  2. Bollite le due patate tagliate a cubetti per circa 10 minuti, a fine cottura aggiungete a fuoco spento il taleggio a cubetti, il parmigiano grattugiato e il burro.
  3. Aggiungete lo zafferano stemperato in poca acqua tiepida e frullate il tutto con un frullino ad immersione fino ad ottenere una crema fluida.
  4. Al termine della marinatura, scottate le costolette sulla griglia caldissima 5 minuti per lato.
  5. Adagiate in ogni piatto due costolette su due mestolini di crema di patate allo zafferano e servite.

3 Cuochi Consiglia

Come scegliere delle costolette d’agnello fresche e di buona qualità? Innanzitutto, il colore deve essere chiaro, uniforme e brillante, senza macchie scure o violacee. In secondo luogo, la carne deve essere soda ed elastica al tatto, senza cedere alla pressione delle dita. Inoltre, il grasso deve essere bianco e compatto, senza tracce di sangue o umidità. Infine, l’odore deve essere gradevole e non troppo forte, senza sentori di ammoniaca o rancido.

Lo Sapevi Che

La leggenda tramandata a Milano ci racconta l’entusiasmante origine dell’uso dello zafferano in cucina. Secondo questa antica storia, un giovane apprendista che lavorava al servizio di un rinomato maestro fiammingo, trovandosi nelle vicinanze del maestoso Duomo di Milano, si imbatte in un piccolo incidente. Questo incidente consistette nel suo involontario urto a un sacchetto contenente l’ambito e costoso zafferano, destinato a essere utilizzato per colorare le magnifiche vetrate del Duomo.

Questo piccolo contrattempo ebbe l’effetto sorprendente di far sì che il prezioso zafferano si riversasse sull’insaporito risotto che gli abili cuochi stavano preparando con grande dedizione per il sontuoso banchetto nuziale della figlia del maestro fiammingo. Incredibilmente, il risultato fu una trasformazione magica, poiché il semplice risotto al burro si trasmutò in un risotto giallo straordinariamente delizioso, arricchito sia di sapore che di colore.

Lo Sapevi Che

L’utilizzo di tecnologie innovative nella lavorazione di Zafferano 3 Cuochi permettono di mantenere standard qualitativi elevati e costanti nel tempo, nonostante lo zafferano abbia un solo raccolto all’anno.

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